P. Costa: vi racconto come è nato l’inno per il Giubileo della Misericordia

6-8-2015 Radio Vaticana

Print Mail Pdf

OSSROM14127_Articolo

E’ stato pubblicato su YouTube l’inno ufficiale del Giubileo della Misericordia. L’inno si apre con le parole “Misericordes sicut Pater”, ovvero il motto del Giubileo, “Misericordiosi come il Padre”, tratto dal Vangelo di Luca (6,36). Gli autori della musica, Paul Inwood, e del testo, il padre gesuita Eugenio Costa, hanno donato ogni diritto di sfruttamento di questa opera al Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione al fine di facilitare la diffusione dell’Inno in tutta la Chiesa. La registrazione è stata eseguita dalla Cappella Musicale Pontificia, diretta dal Maestro mons. Massimo Palombella, a cura della Radio Vaticana. Al microfono di Alessandro Gisotti, il teologo e musicista padre Eugenio Costa racconta come è nato l’inno per il Giubileo:

R. – Mons. Massimo Palombella, maestro della Cappella Sistina, con cui collaboro da molto tempo, mi ha chiesto di fare un inno sul tema della Misericordia e lo ha fatto d’accordo con l’ente pontificio, che è preposto a questo Anno della Misericordia, quindi il Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione con in testa mons. Rino Fisichella. Mi hanno dato alcune “dritte”, anzitutto alcuni interventi brevissimi nel testo di lingua latina. Mi hanno detto: “Il ritornello di questo inno deve essere il motto dell’Anno della Misericordia”, che in latino è “Misericordes sicut Pater”. E’ una citazione dal capitolo sesto di San Luca, in cui Gesù dice: “Siate misericordiosi come il Padre vostro”. Poi, all’interno delle strofe, che sono quattro, mi è stato chiesto di inserire proprio come una ripetizione continua, quindi ripetibile facilmente da qualunque assemblea, una breve frase, anche questa in latino: “In aeternum misericordia eius”, la misericordia di Lui, del Padre, è in eterno. E questa è una ripresa dal Salmo 135 o 136, quel Salmo che ha questa breve acclamazione lungo tutto il suo testo, da capo a fondo. In italiano lo traduciamo: “In eterno sarà il suo amore per noi”.

D. – Una cosa che colpisce è che già la prima volta che si ascolta questo inno, per la sua musicalità e per il testo - questa brevità che diceva anche lei – entra immediatamente nell’orecchio, uno se lo ricorda. Ovviamente, c’è questo intento?

R. – Certamente, l’intento era questo! Dal punto di vista della musica, vorrei ricordare che il dicastero per la Nuova Evangelizzazione, nel concorso per una composizione musicale di questo testo, lo ha mandato a ben 90 compositori sparsi per il mondo. Di questi 90, 21 hanno risposto. Tra questi 21, ne è stato scelto uno, naturalmente, che è quello che è poi stato anche registrato. E’ opera di Paul Inwood, che è un compositore laico inglese - molto bravo e già molto conosciuto nell’Inghilterra cattolica - capace, che capisce cosa vuol dire comporre con un intento preciso, non “per gli Angeli e per gli Arcangeli”, ma per un’assemblea concreta, non di professionisti, per persone che cantano perché sono radunate per pregare e cantare! Ha composto quindi questa musica che è semplice, sì, ma molto ben costruita. Il ritornello, infatti, “Misericordes sicut Pater” entra, come dice lei, nell’orecchio tre secondi dopo che uno l’ha sentito. E poi, la ripresa del ritornello latino interno, nelle strofe, “In aeternum misericordia eius”, è affidata a delle piccole melodie orecchiabilissime.

D. – Il tema della misericordia come si lega, secondo lei, anche nella sua esperienza con la musica?

R. – La risposta alla sua richiesta può essere solo un atto di fiducia e di speranza che chi si approprierà, cantando, di queste parole, entri un po’ più a fondo in questo mistero della misericordia. Per questo le quattro strofe sono: la prima, indirizzata al Padre, la seconda al Figlio, la terza allo Spirito Santo e la quarta riprende un po’ tutti i temi insieme. Facendo questo testo e affidandolo al compositore uno compie un atto di speranza. Il compositore ed io ci auguriamo, che questo testo cantato contribuisca ad approfondire seriamente il tema della misericordia, tema così profondo, così ampio su cui Papa Francesco si sta impegnando a fondo. Lo scopo di un canto, un canto liturgico, è sempre quello di aiutare chi lo canta ad entrare in quello che si sta facendo. Questo canto avrebbe, dal punto di vista rituale, il senso di essere un canto processionale, ciò vuol dire che deve aiutare ad accompagnare una lunga processione, per esempio di ingresso, di inizio di una celebrazione - può essere una Messa o altro - con molte persone, spesso con molti vescovi, sacerdoti e diaconi. Che questo venga accompagnato da questa musica, che ha un suo ritmo pacato, però preciso, che aiuta a camminare nella fede e nella speranza.

 

Di seguito il testo dell'Inno:

“Misericordiosi come il Padre” (ritornello)

Rendiamo grazie al Padre, perché è buono
Ha creato il mondo con sapienza
Conduce il suo popolo nella storia
Perdona e accoglie i suoi figli

Rendiamo grazie al Figlio, luce delle genti
Ci ha amati con un cuore di carne
Da Lui riceviamo, a Lui ci doniamo
Il cuore si apra a chi ha fame e sete

Chiediamo allo Spirito i sette santi doni
Fonte di ogni bene, dolcissimo sollievo
Da Lui confortati, offriamo conforto
L’amore spera e tutto sopporta

Chiediamo  la pace al Dio di ogni pace
La terra aspetta il vangelo del Regno
Grazia e gioia a chi ama e perdona
Saranno nuovi i cieli e la terra

 

 

Ascolta l'audio e scarica lo spartito dell'inno

 

R.V. http://it.radiovaticana.va/news/2015/08/06/p_costa_vi_racconto_come_%C3%A8_nato_l%E2%80%99inno_per_il_giubileo/1163387