Papa Francesco: Santa Messa per il "Centro Aletti"

08-04-2016 Vatican.va

Cnetro aletti

PAPA FRANCESCO

SANTA MESSA PER IL "CENTRO ALETTI"

Cappella "Redemptoris Mater"
Venerdì, 8 aprile 2016

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(da: L'Osservatore Romano, ed. quotidiana, Anno CLVI, n.082, 10/04/2016)

La strada del servizio

Il cammino del cristiano non è quello degli arrampicatori o di coloro che seguono il dio denaro e cercano occasioni per pavoneggiarsi di fronte agli altri: la testimonianza di Gesù chiede abbassamento, umiliazione, anche persecuzioni e sofferenze. Lo ha ricordato Papa Francesco durante la messa celebrata in Vaticano, nella cappella Redemptoris Mater, nel pomeriggio di venerdì 8 aprile. L’occasione è stata offerta dal venticinquesimo anniversario del centro studi e ricerche Ezio Aletti, fondato dal gesuita Marko Ivan Rupnik subito dopo la caduta dei regimi comunisti dell’est, e dai vent’anni di vita dell’Atelier dell’arte spirituale collegato al centro e intitolato alla memoria del cardinale Tomáš Špidlík. Tra i numerosi concelebranti c’erano padre Rupnik (autore, fra l’altro, dei mosaici che impreziosiscono la cappella nel Palazzo apostolico) e il gesuita Milan Žust, superiore della comunità religiosa del centro. Erano presenti circa ottanta persone.

 

Seguendo la liturgia del giorno, il Pontefice ha proseguito la riflessione cominciata nelle recenti messe celebrate a Santa Marta e ha approfondito il concetto di testimonianza cristiana. Una testimonianza che — come sottolineato anche dal brano degli Atti degli apostoli in cui si narra dell’incarcerazione di Pietro e Giovanni dopo la guarigione dello storpio a Gerusalemme — richiede la grazia dello Spirito Santo. Nessuno può dare testimonianza da solo. Insieme allo Spirito il cristiano sarà capace anche di subire oltraggi e persecuzioni pur di insegnare e annunciare che Gesù è il Cristo.

 

Non bisogna — ha spiegato il Papa — pensare a una sorta di spiritualità masochista che si compiace della sofferenza e del dolore, ma occorre riconoscere e fare propria la spiritualità del regno di Dio, quella che si incontra in Gesù. Il quale non prende mai la strada dell’innalzamento: quando vogliono farlo re, lui si ritira dal monte. Il suo esempio è quello dell’abbassamento, dello svuotamento, del servizio: solo chi lo segue su questa strada può trovare pace e felicità. Perciò, anche chi non è chiamato a vivere l’esperienza della persecuzione e a versare il sangue per la fede, e comunque vive silenziosamente, senza giudicare, nella mitezza, umanamente parlando perde e non guadagna. Insomma, in un ipotetico “bilancio” la testimonianza è sempre in perdita. Ma, del resto, non si è cristiani per guadagnare posizioni agli occhi del mondo.

 

La lezione, ha concluso il Pontefice, viene da Maria. In questo senso Francesco ha raccontato di come egli ami recitare il rosario davanti a un’icona della Madonna con il Bambino, nella quale sembra Maria essere al centro, mentre in realtà lei usa le sue mani come una sorta di scalino attraverso il quale Gesù può scendere per essere uno di noi. Il centro è sempre Gesù che si abbassa per camminare con gli uomini. Ai quali è chiesto di seguirlo sulla stessa strada del servizio.